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Perché fare i traduttori se non si è traduttori
Thread poster: Chiara Santoriello
Marina Taffetani
Marina Taffetani  Identity Verified
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Traduttori non traduttori Jan 28, 2021

Conosco traduttori eccellenti che non sono laureati in traduzione. Non vedo il problema se una persona vuole passare da una professione a un'altra e sa cosa sta facendo.

Un amico fisico mi diceva di aver letto testi specialistici ridicoli se non addirittura quasi incomprensibili, chiaramente tradotti da qualcuno che non sapeva niente di fisica. A suo parere un testo di fisica non può essere tradotto che da un fisico. Un parente ingegnere mi ha detto di aver visto dei testi speciali
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Conosco traduttori eccellenti che non sono laureati in traduzione. Non vedo il problema se una persona vuole passare da una professione a un'altra e sa cosa sta facendo.

Un amico fisico mi diceva di aver letto testi specialistici ridicoli se non addirittura quasi incomprensibili, chiaramente tradotti da qualcuno che non sapeva niente di fisica. A suo parere un testo di fisica non può essere tradotto che da un fisico. Un parente ingegnere mi ha detto di aver visto dei testi specialistici imbarazzanti, pieni di errori abominevoli. Naturalmente, ignoro se questi traduttori fossero laureati in traduzione, ma quello di cui sono certa è che non sapevano niente di fisica o di ingegneria.

Piuttosto, io credo che il problema sia la percezione della traduzione nella popolazione generale, quella che sa un po' di inglese e quindi crede di poter tradurre. Tempo fa ho visto su Facebook la pubblicità di una scuola di traduzione, vi riporto qualche commento che mi è rimasto impresso:

- il mio livello di inglese è scolastico, posso iscrivermi?
- è solo per bambini?
- basta la terza media?

Come forse dicevo in qualche altro post, non credo che questo sia un problema nato oggi, ma sicuramente è stato esacerbato dalla pandemia: moltissimi hanno perso il lavoro e credono che questo sia un modo semplice per "riciclarsi". Da un lato lo capisco, piuttosto che morire di fame è giusto anche questo, però ripeto: bisognerebbe fare in modo che la percezione della professione cambi e non rimanga l'idea che "lo possono fare tutti".

Detto questo: tanto di cappello agli ingegneri/matematici/avvocati/medici/ecc. che decidono di dedicarsi al mestiere di traduttore. Sono certa che le loro traduzioni in questi settori siano enormemente migliori di quanto potranno mai essere le mie. Pazienza poi se c'è un congiuntivo sbagliato, sono sicura che il pubblico target di queste traduzioni preferisca capire di cosa si sta parlando e probabilmente un errore grammaticale non lo scandalizza.
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Ilaria Venturi
 
Angie Garbarino
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Io credo che moltissimi abbiano frainteso il thread Jan 28, 2021

Chiara mi correggerà se sbaglio ma io credo che il suo thread sia stato aperto NON per dire che per forza bisogna avere la laurea in traduzione, altrimenti forse non mi avrebbe dato ragione dato che io non ho la laurea in traduzione ma provengo da lingue e letterature straniere, (lo so l'ho già scritto ma siccome molti leggono 1 riga e poi fraintendono lo riscrivo) ma si rivolgesse invece a chi non ha mai studiato le tecniche della traduzione.

Per me tra gli agree che vedo e i po
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Chiara mi correggerà se sbaglio ma io credo che il suo thread sia stato aperto NON per dire che per forza bisogna avere la laurea in traduzione, altrimenti forse non mi avrebbe dato ragione dato che io non ho la laurea in traduzione ma provengo da lingue e letterature straniere, (lo so l'ho già scritto ma siccome molti leggono 1 riga e poi fraintendono lo riscrivo) ma si rivolgesse invece a chi non ha mai studiato le tecniche della traduzione.

Per me tra gli agree che vedo e i post che leggo avete frainteso.

Poi ripeto, se sbaglio Chiara mi potrà correggere.
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Chiara Santoriello
 
Chiara Santoriello
Chiara Santoriello  Identity Verified
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Il mio thread è stato in parte frainteso Jan 28, 2021

Per me per fare questo lavoro ci vuole una laurea in lingue o in traduzione o comunque attinente a questo settore.
Però io mi riferisco in particolare a quelle persone che hanno anche altre specializzazioni e che, in alcuni casi, fanno i traduttori come secondo lavoro per "arrotondare" perché caso perdessi il primo lavoro sono coperto. Noi, se perdiamo questo lavoro, cosa facciamo? Non possiamo fare gli ingegneri, i medici, i dentisti o altro ancora, ma neanche i geometri o chimici... <
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Per me per fare questo lavoro ci vuole una laurea in lingue o in traduzione o comunque attinente a questo settore.
Però io mi riferisco in particolare a quelle persone che hanno anche altre specializzazioni e che, in alcuni casi, fanno i traduttori come secondo lavoro per "arrotondare" perché caso perdessi il primo lavoro sono coperto. Noi, se perdiamo questo lavoro, cosa facciamo? Non possiamo fare gli ingegneri, i medici, i dentisti o altro ancora, ma neanche i geometri o chimici...

Io ho studiato al liceo linguistico e alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere. Ho iniziato a vedere traduzioni fin dal liceo e poi all'università. Penso quindi di avere le carte in regola per poterlo fare.

Angie Garbarino wrote:

Chiara mi correggerà se sbaglio ma io credo che il suo thread sia stato aperto NON per dire che per forza bisogna avere la laurea in traduzione, altrimenti forse non mi avrebbe dato ragione dato che io non ho la laurea in traduzione ma provengo da lingue e letterature straniere, (lo so l'ho già scritto ma siccome molti leggono 1 riga e poi fraintendono lo riscrivo) ma si rivolgesse invece a chi non ha mai studiato le tecniche della traduzione.

Per me tra gli agree che vedo e i post che leggo avete frainteso.

Poi ripeto, se sbaglio Chiara mi potrà correggere.
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Angie Garbarino
 
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Ok grazie, come immaginavo Jan 28, 2021

Chiara Santoriello wrote:


Io ho studiato al liceo linguistico e alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere. Ho iniziato a vedere traduzioni fin dal liceo e poi all'università.


Esattamente come me... montagne di traduzioni fin dai 16 anni e anche dal latino

P.S. Dai che se perdiamo questo lavoro possiamo dare lezioni private o in scuole di lingue di inglese e francese.. (notare wink)

[Edited at 2021-01-28 14:58 GMT]


Chiara Santoriello
 
Riccardo Schiaffino
Riccardo Schiaffino  Identity Verified
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Non è questione di "un congiuntivo sbagliato" Jan 28, 2021

Marina Taffetani wrote:

Detto questo: tanto di cappello agli ingegneri/matematici/avvocati/medici/ecc. che decidono di dedicarsi al mestiere di traduttore. Sono certa che le loro traduzioni in questi settori siano enormemente migliori di quanto potranno mai essere le mie. Pazienza poi se c'è un congiuntivo sbagliato, sono sicura che il pubblico target di queste traduzioni preferisca capire di cosa si sta parlando e probabilmente un errore grammaticale non lo scandalizza.



Non è una questione di un congiuntivo sbagliato o di un qualche errore grammaticale, anzi: do per scontato che chi faccia traduzione, anche provenendo da altra professione, sia una persona colta e che la propria lingua madre (quindi la lingua di destinazione della traduzione) la sappia scrivere correttamente.

I problemi che spesso vedo, nelle traduzioni fatte da chi arriva alla traduzione da altri percorsi sono di altro tipo. Tanto per menzionarne solo tre:

1) Insufficiente conoscenza della lingua sorgente viva - il che porta, tanto per fare un solo esempio, a mal interpretare certi frasi idiomatiche, traducendole letteralmente. Questo, per la combinazione inglese-italiano, è spesso esacerbato nelle persone che hanno imparato l'inglese britannico (perché è quello generalmente insegnato in Italia), conoscono (abbastanza) le frasi idiomatiche usate in Inghilterra, pensano di sapere quello che c'è da sapere sulle differenze con l'inglese americano (le cose che gli sono state insegnate a scuola, come sidewalk/pavement), e avanzano alla cieca in un campo che, senza rendersene conto, per loro è minato. Io che di queste cose sono consapevole, anche se ho imparato a scuola e poi all'università l'inglese "britannico", dopo un quarto di secolo di vita negli Stati Uniti ho quasi timore ad affrontare un testo proveniente dall'Inghilterra, perché so che nel frattempo molte cose che sapevo sono cambiate, e nuove ne sono insorte. Una persona priva di sufficiente consapevolezza linguistica questi problemi non se li pone neppure, e casca in errori che altri avrebbero potuto evitare.

2) Paradossalmente, eccessiva sicurezza di sé nel campo specialistico - l'informatico italiano che conosce bene l'inglese (anche perché tanta della letteratura tecnica è disponibile solo in inglese) e che quindi è convinto di capire il significato del termine tecnico "field"... e che cade in errore quando incontra in un testo prevalentemente informatico una frase idiomatica come "out of left field" e la interpreta come "dal campo sinistro", invece che la metafora di stampo sportivo che (in quel caso particolare) era.

3) Mancata conoscenza delle tecniche e delle teorie di traduzione. Chi studia traduzione, compresa la scienza e la teoria della traduzione, impara certe cose. Impara a vedere la traduzione, diciamo così "dall'esterno", sa (o dovrebbe sapere) come certi tipi di testi possano essere tradotti con tecniche e approcci diversi, e ha (o dovrebbe avere) gli strumenti necessari a decidere come compiere queste scelte. Chi non ha compiuto studi di traduzione (o almeno non ha letto a sufficienza di traduzione) parte invece da teorie della traduzione inconsce, che provengono, prevalentemente, dal modo in cui gli sono state insegnate le lingue straniere (soprattutto, quindi, da come hanno imparato le lingue a scuola) - con la differenza che la traduzione fatta come strumento didattico è altra cosa, fatta in modo diverso e con finalità ben diverse, dalla traduzione fatta in campo professionale.

E una quarta:

4) Insufficiente conoscenza del linguaggio specialistico sorgente da parte degli specialisti. Per esempio, conosco un avvocato statunitense, bravo avvocato, ottima conoscenza sia dell'inglese (sua lingua madre) sia dell'italiano, che parla in modo scorrevole e idiomatico. Legge l'ha studiata qui negli Stati Uniti, dove ha passato il bar exam, e dove esercita. Mi è capitato di affidargli delle traduzioni di contratti di locazione dall'italiano all'inglese. Le ha fatte, generalmente, bene. Ma ha anche commesso errori dovuti alla sua mancata dimestichezza con certa terminologia catastale italiana, terminologia che un traduttore specializzato nel legale magari avrebbe affrontato con meno sicurezza di sé, effettuando così le ricerche necessarie a scoprirne davvero il significato.



[Edited at 2021-01-28 17:45 GMT]


Chiara Santoriello
Angie Garbarino
Elena Simonelli
P.L.F. Persio
Laura Gentili
 
Chiara Santoriello
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Vedo che siamo allineati Riccardo Jan 28, 2021

A questo aggiungo scarsa capacità di contestualizzazione di un termine e di ricerca. C'è un metodo anche per fare le ricerche terminologiche.
Grammatica e ortografia sono comunque imprescindibili.


Riccardo Schiaffino wrote:



Non è una questione di un congiuntivo sbagliato o di un qualche errore grammaticale, anzi: do per scontato che chi faccia traduzione, anche provenendo da altra professione, sia una persona colta e che la propria lingua madre (quindi la lingua di destinazione della traduzione) la sappia scrivere correttamente.

I problemi che spesso vedo, nelle traduzioni fatte da chi arriva alla traduzione da altri percorsi sono di altro tipo. Tanto per menzionarne solo tre:

1) Insufficiente conoscenza della lingua sorgente viva - il che porta, tanto per fare un solo esempio, a mal interpretare certi frasi idiomatiche, traducendole letteralmente. Questo, per la combinazione inglese-italiano, è spesso esacerbato nelle persone che hanno imparato l'inglese britannico (perché è quello generalmente insegnato in Italia), conoscono (abbastanza) le frasi idiomatiche usate in Inghilterra, pensano di sapere quello che c'è da sapere sulle differenze con l'inglese americano (le cose che gli sono state insegnate a scuola, come sidewalk/pavement), e avanzano alla cieca in un campo che, senza rendersene conto, per loro è minato. Io che di queste cose sono consapevole, anche se ho imparato a scuola e poi all'università l'inglese "britannico", dopo un quarto di secolo di vita negli Stati Uniti ho quasi timore ad affrontare un testo proveniente dall'Inghilterra, perché so che nel frattempo molte cose che sapevo sono cambiate, e nuove ne sono insorte. Una persona priva di sufficiente consapevolezza linguistica questi problemi non se li pone neppure, e casca in errori che altri avrebbero potuto evitare.

2) Paradossalmente, eccessiva sicurezza di sé nel campo specialistico - l'informatico italiano che conosce bene l'inglese (anche perché tanta della letteratura tecnica è disponibile solo in inglese) e che quindi è convinto di capire il significato del termine tecnico "field"... e che cade in errore quando incontra in un testo prevalentemente informatico una frase idiomatica come "out of left field" e la interpreta come "dal campo sinistro", invece che la metafora di stampo sportivo che (in quel caso particolare) era.

3) Mancata conoscenza delle tecniche e delle teorie di traduzione. Chi studia traduzione, compresa la scienza e la teoria della traduzione, impara certe cose. Impara a vedere la traduzione, diciamo così "dall'esterno", sa (o dovrebbe sapere) come certi tipi di testi possano essere tradotti con tecniche e approcci diversi, e ha (o dovrebbe avere) gli strumenti necessari a decidere come compiere queste scelte. Chi non ha compiuto studi di traduzione (o almeno non ha letto a sufficienza di traduzione) parte invece da teorie della traduzione inconsce, che provengono, prevalentemente, dal modo in cui gli sono state insegnate le lingue straniere (soprattutto, quindi, da come hanno imparato le lingue a scuola) - con la differenza che la traduzione fatta come strumento didattico è altra cosa, fatta in modo diverso e con finalità ben diverse, dalla traduzione fatta in campo professionale.



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Elena Simonelli
Angie Garbarino
P.L.F. Persio
 
Claudio Porcellana (X)
Claudio Porcellana (X)  Identity Verified
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Perché fare i traduttori se non si è traduttori Jan 30, 2021

Argomento trito e ritrito, lo so, ma vedo tanta gente nuova che non ha una formazione specifica per svolgere questa....
E poi, se avete già la vostra professione, perché svolgerne un'altra?


In effetti, ammetto di non aver letto a fondo tutto il prologo

Bene, direi che nel mio caso potete stare relativamente tranquilli
Faccio traduzione e revisione a tempo pieno da 20 anni
Da 5-6 anni faccio forward translation, back-tr
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Argomento trito e ritrito, lo so, ma vedo tanta gente nuova che non ha una formazione specifica per svolgere questa....
E poi, se avete già la vostra professione, perché svolgerne un'altra?


In effetti, ammetto di non aver letto a fondo tutto il prologo

Bene, direi che nel mio caso potete stare relativamente tranquilli
Faccio traduzione e revisione a tempo pieno da 20 anni
Da 5-6 anni faccio forward translation, back-translation, reconciliation e audit per alcuni CRO
Ho parecchi clienti affezionati che continuano a darmi lavoro
In ogni caso NON ho mai fatto questo mestiere per arrotondare, neppure quando ho iniziato nel 2000

Per il resto, la guerra a chi trova più errori nel "campo avversario" lascia il tempo che trova, perché è altrettanto facile fare esempi di laureati in lingue che non sanno tradurre e neppure scrivere in italiano decente (spesso, per questo basta leggere le traduzioni di prova mostrate qui su Proz)

Concludo con 2 consigli realmente amichevoli (nessuna ironia o sarcasmo qui):
1. attenzione a non farvi travolgere del vero nemico, proprio mentre puntate il mirino sui nemici sbagliati
2. chi spera che un Ordine dei Traduttori serva a evitare il crollo delle tariffe è un illuso; in più gli ordini italiani non sono riconosciuti all'estero, quindi non servirebbero neppure a evitare qualunque forma di dumping
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Marina Taffetani
Maria Giovanna Polito
 
Riccardo Schiaffino
Riccardo Schiaffino  Identity Verified
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Ordine dei traduttori? Jan 31, 2021

Claudio Porcellana wrote:
2. chi spera che un Ordine dei Traduttori serva a evitare il crollo delle tariffe è un illuso; in più gli ordini italiani non sono riconosciuti all'estero, quindi non servirebbero neppure a evitare qualunque forma di dumping


Perché, c’è ancora qualcuno che insiste per l’istituzione di un ordine dei traduttori, in Italia? Ammetto che le discussioni qui ormai le seguo molto saltuariamente, ma pensavo che quella dell’ordine fosse ormai cosa del passato, una proposta che (a torto o a ragione) avrebbe forse avuto un senso in un’altra epoca (diciamo una quarantina di anni fa), ma che non ha ragione alcuna di essere nella situazione attuale.


Angie Garbarino
 
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Non più Jan 31, 2021

Riccardo Schiaffino wrote:
Perché, c’è ancora qualcuno che insiste per l’istituzione di un ordine dei traduttori, in Italia? Ammetto che le discussioni qui ormai le seguo molto saltuariamente, ma pensavo che quella dell’ordine fosse ormai cosa del passato, una proposta che (a torto o a ragione) avrebbe forse avuto un senso in un’altra epoca (diciamo una quarantina di anni fa), ma che non ha ragione alcuna di essere nella situazione attuale.


Nei forum di Proz. non ne sento parlare da circa 15 anni, non so poi se nelle associazioni varie italiane se ne parli ancora, ma qui no, trovo anzi strano che venga nominato, non avendo nessun senso, ma proprio nessuno all'alba del 2021.


 
Chiara Santoriello
Chiara Santoriello  Identity Verified
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No non se parla più ma... Jan 31, 2021

[quote]Angie Garbarino wrote:



Nei forum di Proz. non ne sento parlare da circa 15 anni, non so poi se nelle associazioni varie italiane se ne parli ancora, ma qui no, trovo anzi strano che venga nominato, non avendo nessun senso, ma proprio nessuno all'alba del 2021.


No dell’Ordine non se ne parla ma ci vorrebbe un po’ più di qualità e soprattutto di “consapevolezza” nell’affrontare questa professione.

[Modificato alle 2021-02-01 08:45 GMT]


 
Yaotl Altan
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Vero Feb 1, 2021

Elena Feriani wrote:

Chiara Santoriello wrote:

Muoiono i traduttori e muore la lingua. E si noti, non sto parlando di evoluzione ma di correttezza.
Ultimamente i testi da rivedere sono davvero raccappriccianti.



Nicola ti ha spiegato quali sono le sue "credentials" come traduttore, il fatto che abbia scritto un'imprecisione grammaticale in un post su un forum non significa che non sia un bravo traduttore.
Non credo che i professionisti con decenni di esperienza siano il nostro problema. Piuttosto sono le agenzie che non fanno bene il loro lavoro di selezione dei traduttori e vanno sempre più al risparmio. In caso di traduzioni raccapriccianti, io mi lamento con l'agenzia e mando un bell'elenco puntato con gli errori più brutti (con spiegazione dettagliata in inglese) e metto in chiaro che il lavoro di quella persona io non lo correggo più. A volte mi ascoltano. Se poi mi rimandano altre traduzioni dello stesso livello, le rimando indietro.


È vero, quello e la traduzione automatica


 
Daniel Frisano
Daniel Frisano  Identity Verified
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L'argomento non sta in piedi Feb 2, 2021

Non ho mai studiato traduzione. Ho studiato elettrotecnica alle superiori e matematica all'università. Pur privo di qualifica, fornisco traduzioni impeccabili, corrette, complete, scorrevoli, a prova di proofreader.

Uso tecniche mentali e metodi pratici che il resto dei "colleghi" si sognano, a cominciare da gran parte dei diplomati in traduzione, gli stessi che producono le porcherie che ogni tanto mi capita di correggere.

Allo stesso tempo, i migliori traduttori che
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Non ho mai studiato traduzione. Ho studiato elettrotecnica alle superiori e matematica all'università. Pur privo di qualifica, fornisco traduzioni impeccabili, corrette, complete, scorrevoli, a prova di proofreader.

Uso tecniche mentali e metodi pratici che il resto dei "colleghi" si sognano, a cominciare da gran parte dei diplomati in traduzione, gli stessi che producono le porcherie che ogni tanto mi capita di correggere.

Allo stesso tempo, i migliori traduttori che conosco sono ingegneri, avvocati, chimici, eccetera.

L'argomento di partenza non sta in piedi neanche mezzo secondo.




[Edited at 2021-02-02 22:28 GMT]
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NFtranslations
 
Chiara Santoriello
Chiara Santoriello  Identity Verified
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L'argomento sta in piedi... Feb 3, 2021

L'agomento sta in piedi. Ti sei mai chiesto perché esistono le lauree in traduzione e interpretariato, lingue e letterature straniere dove si traduce "a go-go"? Tradurre è una tecnica e come tale deve essere imparata e praticata.

Comunque l'argomento sta in piedi per chi vuole farlo stare in piedi. Nessun argomento starà mai in piedi per il 100% della platea.


Daniel Frisano wrote:

Non ho mai studiato traduzione. Ho studiato elettrotecnica alle superiori e matematica all'università. Pur privo di qualifica, fornisco traduzioni impeccabili, corrette, complete, scorrevoli, a prova di proofreader.

Uso tecniche mentali e metodi pratici che il resto dei "colleghi" si sognano, a cominciare da gran parte dei diplomati in traduzione, gli stessi che producono le porcherie che ogni tanto mi capita di correggere.

Allo stesso tempo, i migliori traduttori che conosco sono ingegneri, avvocati, chimici, eccetera.

L'argomento di partenza non sta in piedi neanche mezzo secondo.




[Edited at 2021-02-02 22:28 GMT]


Angie Garbarino
 
Nessuna risposta univoca Feb 3, 2021

Chiara Santoriello wrote:

... Andreste da un dentista che non è dentista? ... Da un avvocato ... Da un commercialista ... Da un ingegnere che non è ingegnere?


Naturalmente no, ma se cambi la scelta di professione, allora forse sì – andrei magari da un giardiniere che non è un giardiniere, un tecnico informatico, un meccanico... Chiedo a mia cognata un aiuto in giardino (lei non è giardiniere), a mio figlio per cambiare la ventola sul mio computer (non è un tecnico di computer), a mio vicino di casa per aiutarmi a far ripartire la mia auto (non è un meccanico di professione).

Se posso avere l'aiuto che mi serve a far funzionare il computer o il motore, perché devo andare da - e pagare le tariffe di - un esperto super-qualificato? Per far guarire un braccio rotto o per controllare la caldaia, mi rivolgo a un esperto.

Chi ha bisogno della traduzione di un contratto legale, o di una pagina web che convincerà i consumatori a comprare camionate di cioccolatini industriali, si rivolgerà a un professionista, ma se deve far tradurre solo lettere per uso interno o per un fornitore, gli basterà qualcosa di molto più rozzo - e in qualche caso persino Google Translate sarà sufficiente.

Il mercato stesso ce lo fa capire: chi traduce manuali in Trados per una grande industria che paga poco normalmente non si troverà a tradurre i discorsi dell'amministratore delegato o del presidente. Chi traduce i discorsi, a tariffa doppia, o la pubblicità, a tariffa tripla o quadrupla, probabilmente non si troverà a tradurre i manuali. Il mercato è grande e, almeno fino all’arrivo di Google Translate, c’era spazio per tutti, anche per persone incapaci come me quando ero agli inizi.

E poi, se avete già la vostra professione, perché svolgerne un'altra?


Io avevo una professione – anzi, più d’una - ma non volevo più avere un capo a dirmi cosa dovevo fare. Per me bastava come motivo.

Non ho studiato traduzione e questo ha portato a qualche grande svantaggio:
1) ho impiegato anni prima di capire come rendere bene un testo (e non dico di esserci ancora riuscito, neanche dopo 25 anni). Se avessi studiato, avrei evitato molti degli errori grossolani che facevo all’inizio e che spero di non fare più oggi.
2) visto che non ero bravo, lavoravo a tariffe basse, anche se di mercato (21.500 lire, ovvero 11 euro/cartella da 1500, verso l'inglese, nel 1995). Chi traduceva i discorsi del presidente allora ne prendeva molto di più.

Anche il fatto di non aver studiato ha portato qualche vantaggio:
1) anziché passare alcuni anni a studiare, ho iniziato subito a guadagnare (non avevo scelta)
2) quello che ho imparato nei vari lavori nel campo artistico, medico, tecnico, informatico, commerciale, ecc., mi è servito tantissimo quando ho poi fatto il traduttore
3) l’insicurezza faceva sì che non mi sono mai sentito arrivato. Finora, nessuno mi ha mai detto “ecco, bravo, sei un traduttore laureato!”, quindi dovevo (e tuttora devo) studiare di più, creare più glossari, comprare più libri, imparare di più e raffinare le tecniche più di chi le sapeva già. Anche dopo 25 anni, ho sempre l’impressione che chi ha studiato sia più avanti di me, anche se non so di quanto o in cosa, quindi devo sempre fare di più per raggiungerli. È un incredibile stimolo a migliorarsi.

Essere ingegnere o medico o architetto aiuta tantissimo a non sbagliare terminologia nel proprio campo ma non significa che uno sa scrivere bene. Chiedi alle agenzie serie e ti diranno che i "tecnici" generalmente non sanno scrivere (checché ne dicano loro :- ), mentre i "letterari" spesso non capiscono gli argomenti più tecnici. E' un problema loro ed è un problema nostro da risolvere. Questa annosa diatriba sui vantaggi dello studio specifico non ha una risposta univoca.

ciao
Simon


P.L.F. Persio
Ilaria Venturi
Angie Garbarino
Luca Colangelo
Chiara Foppa Pedretti
Gaetano Silvestri Campagnano
Claudio Porcellana (X)
 
Claudio Porcellana (X)
Claudio Porcellana (X)  Identity Verified
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Perché fare i traduttori se non si è traduttori Feb 4, 2021

Riccardo Schiaffino wrote:

Claudio Porcellana wrote:
2. chi spera che un Ordine dei Traduttori serva a evitare il crollo delle tariffe è un illuso; in più gli ordini italiani non sono riconosciuti all'estero, quindi non servirebbero neppure a evitare qualunque forma di dumping


Perché, c’è ancora qualcuno che insiste per l’istituzione di un ordine dei traduttori, in Italia? Ammetto che le discussioni qui ormai le seguo molto saltuariamente, ma pensavo che quella dell’ordine fosse ormai cosa del passato, una proposta che (a torto o a ragione) avrebbe forse avuto un senso in un’altra epoca (diciamo una quarantina di anni fa), ma che non ha ragione alcuna di essere nella situazione attuale.



Spero proprio di no, e l'ho citato solo perché in passato molti colleghi linguisti erano convinti che bastasse appartenere a un ordine per evitare invasioni di campo o dumping...

Poi forse l'ho citato perché la lamentela di questo 3d è tanto obsoleta che non pensavo mai riemergesse


comunque, tornando al mio consiglio n.1 che è il più importante, credo che il nemico stia DENTRO DI NOI e non FUORI, e in questo senso continuare a puntare il dito FUORI DI NOI è inutile e pericoloso

Semplificando molto, il vero nemico da combattere secondo me:

1 - Dimenticare (o non aver proprio mai capito, il che è strano dopo 20 anni, da cui la mia reazione) la storia della propria professione, il che applicato al nostro campo significa non ricordare/non aver proprio mai capito perché sono nati i CAT tool (che negli anni 2000 causavano 3d altrettanto velenosi) di cui la MT è solo un'evoluzione, e neppure l'ultima

2 - Non avere (o avere poca) resilienza, intesa come "capacità di un soggetto o di un sistema di resistere a sollecitazioni che ne minano l'equilibrio", il che ancora una volta applicato al nostro campo significa imparare a cavalcare le onde trasformandole in potenti strumenti del proprio sviluppo, invece di farsi travolgere e annegare "smoccolando"

Cosa che diceva per altro già nel lontano 2007 il "vituperatissimo" (non da me) Luigi Muzzi nel suo Taccuino Barbaro

P.S. qualcuno dirà "che c'entrano CAT e MT"?
C'entrano perché sono nati per colmare una "carenza incolmabile" e la stessa carenza giustifica la presenza di tanti professionisti non laureati in lingue/traduzione, perché l'industria non avrebbe MAI potuto avere a disposizione l'enorme massa d'informazioni tradotte di cui ha bisogno utilizzando solo i laureati in lingue e in traduzioni


[Edited at 2021-02-04 18:35 GMT]


mariant
 
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Perché fare i traduttori se non si è traduttori






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