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Master in traduzione specialistica ICoN: utile? Aiuto!
Thread poster: Cristina Lo Bianco
Francesca Casoli
Francesca Casoli  Identity Verified
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Il mio commento Sep 9, 2010

Andrea Becca wrote:

Ciao,
anch’io sono un ex corsista Icon e mi potete contattare anche in privato se volete maggiori informazioni sul corso. Come per Daniela, anche per me è stata un’esperienza ricca e stimolante.

Se però vi dicessi che è stato facile mentirei: le lezioni sono state sempre impegnative, i professori esigenti e le esercitazioni spesso molto difficili con tempistiche faticose. Insomma, è stato proprio come sedersi nuovamente sui banchi di scuola.
Come sono stati i miei risultati? I primi voti sono stati deludenti, inutile nasconderlo. Per il mio orgoglio - già collaboravo con diverse agenzie - è stato un duro colpo. Peggio ancora, qualche volta sono stato mandato dietro la cattedra per i miei interventi polemici.

Però, alla fine, ritengo di avere ottenuto un risultato importante: una metodologia di approccio molto rigorosa alla lettura dei testi e alla loro traduzione.

Credo che un risultato simile non si possa raggiungere facilmente come autodidatta. Ritengo che l’apprendimento “sul campo” auspicato da Francesca in questo forum sia sempre possibile, ma molto più lungo, difficile e doloroso. Avere una buona base teorica agevola moltissimo.
I professori migliori sono quelli che ti aiutano nella crescita professionale facendoti notare quelli che sono stati i loro errori e spiegandoti come evitarli. Beh, alcuni docenti del corso Icon si sono fatti in quattro per farmi capire alcune mie lacune che,a volte, non erano solo tecniche.

Si può pensare che la modalità “on line” di gestione dei rapporti sia un po’ “fredda”. Curiosamente, al contrario, abbiamo instaurato anche dei rapporti umani molto simpatici. Per fare un esempio su molti, una delle docenti più severe, durante la visita alla Direzione generale per la traduzione a Bruxelles, ci ha invitato tutti a cena a casa sua. A tutt’oggi, sono ancora in contatto con diversi compagni di corso.

In conclusione, ritengo che per me il master Icon sia stata un’esperienza impegnativa proprio come un corso in presenza all’università; indubbiamente è stato costoso sotto molti punti di vista, ma lo ritengo molto valido per una crescita personale e professionale.
Saluti, Andrea Becca

Ps Se poi volete sorridere sulle caratteristiche del perfetto traduttore, cliccate qui e mandatemi un commento:
http://www.andreabecca.it/3_perfect.html



[Edited at 2010-09-08 16:47 GMT]

[Edited at 2010-09-08 16:49 GMT]




era anche alla luce del fatto che qualcuno aveva sottolineato il problema costo, e se non sul campo, forse una soluzione è cercare corsi di traduzione che specializzano in un solo dominio, che pure esistono, luogo di residenza permettendo (sono d'accordo che la formula on-line apre molte + possibilità di seguirlo).
...cmq dopo aver sentito i commenti degli ex-corsisti mi sa che ci faccio un pensierino anch'io!


 
Laura Gentili
Laura Gentili  Identity Verified
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Nuova edizione 2011 Sep 9, 2010

Cara MonyCar,
rispondo io perché sono una dei docenti del Master e ti posso fornire un quadro completo.
Nel 2008-2009 si è svolta la prima edizione, la seconda è attualmente in corso e a gennaio di apre la nuova edizione. Le prove d'ingresso per l'edizione del 2011 si svolgeranno in dicembre.
Le lezioni in presenza si svolgono a Pisa. In teoria potrebbero svolgersi anche a Bari o a Genova ma finora per motivi logistici si sono svolte a Pisa.
Le prove d'ingresso richied
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Cara MonyCar,
rispondo io perché sono una dei docenti del Master e ti posso fornire un quadro completo.
Nel 2008-2009 si è svolta la prima edizione, la seconda è attualmente in corso e a gennaio di apre la nuova edizione. Le prove d'ingresso per l'edizione del 2011 si svolgeranno in dicembre.
Le lezioni in presenza si svolgono a Pisa. In teoria potrebbero svolgersi anche a Bari o a Genova ma finora per motivi logistici si sono svolte a Pisa.
Le prove d'ingresso richiedono un'ottima conoscenza dell'inglese e un'ottima conoscenza dell'italiano. Le prove consistono in un riassunto in lingua italiana di un testo inglese a scelta fra 3 o 4 di argomenti diversi e una prova con domande di comprensione logica che usano anche alla DGT di Bruxelles.
Per la conoscenza della lingua basta l'autocertificazione.
Il background dei corsisti è molto vario, alcuni sono laureati in lingue, altri in lettere, ecc.
L'edizione annuale è full time, nel senso che è piuttosto impegnativa. Vi sono fra i corsisti persone che non lavorano, che lavorano part time e che lavorano full time. Tutto dipende dalla forza di volontà e dalla capacità di organizzarsi del singolo. In altri termini, si può fare anche lavorando purché si abbia molta autodisciplina e si sia in grado di rispettare le scadenze del percorso del master.

Laura
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EMANUELA ROTUNNO
EMANUELA ROTUNNO  Identity Verified
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Impegno e serietà Sep 9, 2010

Salve,
sono corsista del master nell'edizione in corso.
Mi sono sentita chiamata in causa e ci tengo a far sentire la mia voce in merito.
Confermo pienamente quanto detto dalla nostra cordinatrice Laura Gentili: il master pur essendo online è molto impegnativo e richiede molta lucidità e capacità di concentrazione soprattutto per chi, come me, ha altre attività, magari completamente diverse, da svolgere.
Ma l'apporto didattico e professionale è a livello di eccellenz
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Salve,
sono corsista del master nell'edizione in corso.
Mi sono sentita chiamata in causa e ci tengo a far sentire la mia voce in merito.
Confermo pienamente quanto detto dalla nostra cordinatrice Laura Gentili: il master pur essendo online è molto impegnativo e richiede molta lucidità e capacità di concentrazione soprattutto per chi, come me, ha altre attività, magari completamente diverse, da svolgere.
Ma l'apporto didattico e professionale è a livello di eccellenza: abbiamo, senza timore di essere smentita, docenti di ineccepibile professionalità e serietà, molto esigenti ma anche sempre pronti a rispondere ad ogni nostra esigenza sia didattica che organizzativa. È vero: costa! I costi del master e gli accessori (trasferte per le settimane in presenza, per lo stage etc) vanno considerati come un investimento per il futuro, un accrescimento umano e professionale su cui val la pena puntare.
Posso assicurare che avere una laurea in lingue (soprattutto del vecchio ordinamento) non garantisce affatto la capacità di saper tradurre: conoscere bene l’inglese non è sufficiente, è fondamentale conoscere l’italiano, oltre che apprendere le tecniche e il metodo, e questa non è cosa scontata.
Io consiglio il master e lo rifarei altre 10 volte (avessi soldi) perché il confronto con professionisti di un certo spessore non lo si ha tutti i giorni.
Grazie Laura e ringraziando te ringrazio anche tutti i docenti.
Emanuela
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Daniela Cipolla
Daniela Cipolla  Identity Verified
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risposta per MonyCar Sep 9, 2010

Cara MonyCar,
vedo che Laura ha già risposto in modo esauriente a quasi tutte le domande, quindi rispondo solo a quelle che riguardano la mia esperienza.

- quale livello di conoscenza della lingua avevate (siete entrambi laureati in lingue?) No, io sono laureata in filosofia, però avendo vissuto all'estero per molti anni avevo già maturato una buona conoscenza dell'inglese e dello spagnolo.

- dopo avete trovato lavoro anche come free lance nel settore, se si
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Cara MonyCar,
vedo che Laura ha già risposto in modo esauriente a quasi tutte le domande, quindi rispondo solo a quelle che riguardano la mia esperienza.

- quale livello di conoscenza della lingua avevate (siete entrambi laureati in lingue?) No, io sono laureata in filosofia, però avendo vissuto all'estero per molti anni avevo già maturato una buona conoscenza dell'inglese e dello spagnolo.

- dopo avete trovato lavoro anche come free lance nel settore, se si con quale facilità? Prima del master lavoravo prevalentemente con clienti diretti locali, invece durante e dopo sono riuscita a espandere le mie collaborazioni con agenzie di altri paesi. Ovviamente molto dipende dalla tua capacità di autopromozione, però questo master è stato verificato e riconosciuto dallo staff di ProZ, quindi questo ti può aiutare molto nel "rinforzare" il tuo profilo sul sito.

- in generale lo considerate fattibile come impegno anche in caso si sia impegnati in lavoro full time (ho bisogno di confortarmi sulla fattibilità della cosa:))
Come ti confermano i miei colleghi, il master è molto impegnativo, però con una buona autodisciplina la versione part time è compatibile con un impegno di lavoro full time. Chiaramente bisogna prepararsi a un bel po' di sacrifici, ma, secondo me, ne vale senz'altro la pena.
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Lionel_M (X)
Lionel_M (X)
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Un master per tradurre la fisica ? Sep 10, 2010

EMANUELA ROTUNNO wrote:

Posso assicurare che avere una laurea in lingue (soprattutto del vecchio ordinamento) non garantisce affatto la capacità di saper tradurre: conoscere bene l’inglese non è sufficiente, è fondamentale conoscere l’italiano, oltre che apprendere le tecniche e il metodo, e questa non è cosa scontata.
Emanuela



Riprendo questo concetto di Emanuela che mi sembra fondamentale, ma aggiungo che se, come mi pare di capire, si tratta di lavorare nel campo della fisica, il 90% delle agenzie "serie" che trattano questi documenti cercano un fisico (non un laureato in lingue) e si fregano altamente (scusate !) che abbia o meno un qualsiasi titolo in traduzione.
Quello che conta e cosa significa il testo sorgente e come si dice nella lingua target; per questo serve esperienza nel campo della fisica e dell'inglese scientifico più di tutto. Tanto chiedono dei tests dove si vedrà la competenza a capire/scrivere la fisica "come si deve", cosa che non viene contemplato in un master di traduzione.
Il discorso può essere esteso a qualsiasi materia scientifica.

Buona serata a tutti


 
Laura Gentili
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Contributo di Isabella Blum Sep 10, 2010

Sto seguendo con interesse questo scambio di messaggi, in quanto docente di traduzione (e, in particolare, del master in oggetto). Approfitto di Laura che gentilmente posta per me queste mie considerazioni (in merito all’intervento di Lionel_M).

In primis, una precisazione: il master ICoN non prevede il dominio della “fisica”. I domini sono i seguenti: Economia, Diritto, Ambiente ed Energia, Localizzazione, Biomedicina e discipline del farmaco.

Siamo perfettament
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Sto seguendo con interesse questo scambio di messaggi, in quanto docente di traduzione (e, in particolare, del master in oggetto). Approfitto di Laura che gentilmente posta per me queste mie considerazioni (in merito all’intervento di Lionel_M).

In primis, una precisazione: il master ICoN non prevede il dominio della “fisica”. I domini sono i seguenti: Economia, Diritto, Ambiente ed Energia, Localizzazione, Biomedicina e discipline del farmaco.

Siamo perfettamente d’accordo sul fatto che per tradurre testi riconducibili a tali domini occorra una competenza specifica. Mi permetto tuttavia di dissentire da quanto afferma Lionel_M. Le competenze richieste per questo genere di traduzioni tecniche e scientifiche di alto profilo sono molteplici: si tratta di 1) competenze linguistiche (conoscenza della LP, conoscenza profondissima e uso esperto della LA); 2) competenze scientifiche nel settore specifico (non tanto a livello di bagaglio nozionistico, quanto di capacità di reperire dati e concetti su fonti attendibili, e gestire il materiale reperito in fase traduttiva); e, infine, 3) competenze che definirei psicologico-sociali (la traduzione viene modulata a seconda del lettore a cui è destinata, della situazione in cui verrà fruita, eccetera).

Un laureato in lingue o traduzione dovrebbe essere bene “attrezzato” per quanto riguarda le competenze 1). Un laureato in discipline scientifiche sarà bene attrezzato sulle competenze 2). Probabilmente nessuno dei due sarà stato preparato a dovere, nel corso dei suoi studi, ad esercitare le competenze 3). È chiaro che entrambe le tipologie di traduttore “mancano” di qualcosa, che dovrà essere integrato con lo studio.

Personalmente (sono biologa) ho dovuto integrare la mia competenza scientifica con approfondimenti in merito a 1) e 3). Conosco eccellenti colleghi che lavorano su materiali scientifici di altissimo profilo, pur avendo una laurea umanistica. L’importante è essere disposti a imparare e migliorarsi.

Un tempo, la situazione descritta da Lionel_M era dilagante, anche a livello editoriale. Si cercava il medico, il fisico. Spesso fidandosi ciecamente, senza indagare le competenze 1) e 3). Con il risultato che sui tavoli delle redazioni piovevano lavori assolutamente impubblicabili (o inutilizzabili, in ambito extraeditoriale). Mi sentii fare questo discorso da moltissimi editor/revisori: “prima privilegiavo la competenza scientifica – e poi dovevo rifare di sana pianta le traduzioni; adesso cerco un traduttore professionista, che capisca bene l’argomento, ma che sia principalmente un buon traduttore. Al massimo dovrò far rileggere il suo lavoro da un consulente, ma non dovrò farlo rifare da zero”. Io mi sono battuta con i miei committenti affinché capissero questo punto essenziale (anche se, nel mio caso, non si applica, avendo io una laurea scientifica).

In ogni caso, deve essere ben chiaro a tutti che una laurea in medicina non fa di nessuno un buon traduttore di testi medici. Ci vuole ben altro. (Naturalmente, è vero anche l’opposto: una laurea in traduzione non fa di nessuno un buon traduttore di testi scientifici…)

Se io credessi, in coscienza, che per tradurre testi biomedici occorra necessariamente un biologo o un medico, di sicuro non insegnerei traduzione scientifica ai giovani in possesso di lauree umanistiche: non mi sembrerebbe etico illuderli. Invece so benissimo che la laurea scientifica non è necessaria (ovviamente, se c’è, tanto di guadagnato: ma non è un must). Quello che occorre è l’educazione della mente e l’impostazione dell’approccio traduttivo all’insegna del rigore scientifico. E questo è esattamente quello che un master come l’ICoN può dare e dà. Un anno di studio non genera per miracolo professionisti esperti: limitatamente alle persone che lo seguono con dedizione e impegno, fa tuttavia emergere (e sviluppa) le competenze fondamentali, impostando l’atteggiamento mentale corretto per svolgere con professionalità questo lavoro.

Per superare con successo un saggio di traduzione su un testo di elevato spessore scientifico e tecnico, occorre una formazione specifica. Questa formazione specifica può venire in parte da uno studio personale (studio di testi, immersione totale nella lingua settoriale), ma è immensamente facilitata, accelerata, inquadrata e completata dalla guida di docenti esperti. Se poi le cosiddette agenzie “serie” non ne tengono conto per affidare un lavoro (cosa che non credo), sinceramente sono fatti loro. Qui non stiamo parlando di un’esperienza intrapresa per ottenere un pezzo di carta da aggiungere come un trofeo al CV: stiamo parlando di un’esperienza formativa. Indipendentemente dal fatto che il committente sia disposto ad attribuirle un valore sulla carta, di certo la apprezzerà nella qualità dei lavori consegnati!

Un cordiale saluto a tutti.
ICB
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Lionel_M (X)
Lionel_M (X)
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Laura Sep 10, 2010

Capisco benissimo il tuo intervento e condivido in pieno la mancanza di formazione "linguistica" del medico.
Tuttavia, lavorando da 25 anni nel settore, ti posso dire che 90% delle agenzie ti chiedono credenziali in materie scientifiche e non linguistiche. Se poi le hai pure...tanto di capello.
Personalmente ritengo che un laureato in lingue può fare tutti i master del mondo, non recupererà mai 5-8 anni di formazione scientifica che serve per tradurre un "clincial trial". Ma non so
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Capisco benissimo il tuo intervento e condivido in pieno la mancanza di formazione "linguistica" del medico.
Tuttavia, lavorando da 25 anni nel settore, ti posso dire che 90% delle agenzie ti chiedono credenziali in materie scientifiche e non linguistiche. Se poi le hai pure...tanto di capello.
Personalmente ritengo che un laureato in lingue può fare tutti i master del mondo, non recupererà mai 5-8 anni di formazione scientifica che serve per tradurre un "clincial trial". Ma non sono io a doverlo dire: ribadisco che basta vedere i risultati.
Comunque, questo è una lunga storia e preferisco non andare oltre perchè so bene che da molto fastidio.
Detto questo, se questo master contiene un indirizzo "farmaco" ed è dedicato ai medici, biologi, farmacisti, credo che sia un ottimo passo avanti per colmare questo "gap".
Buona giornata a tutti.


[Modificato alle 2010-09-10 10:23 GMT]
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Ivan Patti
Ivan Patti  Identity Verified
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Pardon? Sep 10, 2010

Lionel_M wrote:

Capisco benissimo il tuo intervento e condivido in pieno la mancanza di formazione "linguistica" del medico.
Tuttavia, lavorando da 25 anni nel settore, ti posso dire che 90% delle agenzie ti chiedono credenziali in materie scientifiche e non linguistiche. Se poi le hai pure...tanto di capello.
Personalmente ritengo che un laureato in lingue può fare tutti i master del mondo, non recupererà mai 5-8 anni di formazione scientifica che serve per tradurre un "clincial trial". Ma non sono io a doverlo dire: ribadisco che basta vedere i risultati.
Comunque, questo è una lunga storia e preferisco non andare oltre perchè so bene che da molto fastidio.



Scusami Lionel, ma non sono d'accordo. Secondo questo assioma, il sottoscritto dovrebbe già essersi dato all'ippica da molto tempo... Nessuna agenzia né altra tipologia di cliente ha mai ritenuto il mio profilo professionale inadeguato a compiere traduzioni mediche e farmaceutiche, fra cui un numero ormai imprecisato di studi clinici e altra documentazione non proprio "generica" di cui i clienti finali sono sempre stati oltremodo soddisfatti. Tanto per restare in tema di "basta vedere i risultati", non credo proprio che avrei potuto continuare a tradurre in questi campi, consolidare la mia base di clienti e attirarne di nuovi se non avessi dimostrato di possedere una solida base linguistica, conoscenza della materia (abbinata alla necessaria capacità di compiere ricerche e assimilarle nella capoccia grazie alla biblioteca di testi medico-scientifici in cui ho investito e investo parte dei miei guadagni) e non da ultimo l'interesse per discipline di settore che mi ha da sempre accompagnato nonostante la mia formazione umanistica, e che mi ha permesso di frequentare e superare con successo un master molto simile a quello di cui si sta parlando in questo thread.

Francamente parlando, inizio ad essere un po' seccato di sentire e leggere affermazioni tipo "se non sei laureato in medicina non devi avvicinarti alla traduzione medica" o "se non hai studiato alla SSLMIT tale o tal'altra non sei degno di dirti traduttore né interprete". Trovo che l'intervento della collega Isabella Blum che Laura - che ringrazio per la gentilezza - ci ha fatto pervenire sia esauriente, ben argomentato e davvero privo di pregiudizi.

Ho rispetto di chi come te e molti altri ha una laurea scientifica e traduce, ma per una questione di dignità professionale, etica nonché umana esigo e pretendo di essere trattato da voi con il medesimo rispetto, anche se ho "solo" fatto un liceo linguistico, 2 anni di lingue che ho lasciato per iniziare e terminare la SSIT e ho seguito un master in traduzione medico-farmaceutica subito dopo, e per inciso mentre già lavoravo come traduttore freelance.

Ivan



[Edited at 2010-09-10 13:19 GMT]


 
Flavia Cubeddu
Flavia Cubeddu  Identity Verified
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Corsista della prima edizione anno 2008-2010 Sep 10, 2010

Ciao a tutti, anche io sono una corsista della prima edizione del Master (2008/2010).
Ero già laureata in lingue e lavoravo nel campo delle traduzioni tecniche da molti anni, senza avere seguito studi mirati nel campo, costruendo la mia esperienza in modo autonomo, non senza difficoltà, propri per mancanza di linee guida che sono invece fondamentali. Per questo motivo, due anni fa, il master in traduzione specialistica mi era sembrato l’occasione perfetta per dare una base solida a t
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Ciao a tutti, anche io sono una corsista della prima edizione del Master (2008/2010).
Ero già laureata in lingue e lavoravo nel campo delle traduzioni tecniche da molti anni, senza avere seguito studi mirati nel campo, costruendo la mia esperienza in modo autonomo, non senza difficoltà, propri per mancanza di linee guida che sono invece fondamentali. Per questo motivo, due anni fa, il master in traduzione specialistica mi era sembrato l’occasione perfetta per dare una base solida a tutto il lavoro e gli sforzi fatti fino a quel momento. L’esperienza è stata molto positiva sotto numerosi punti di vista. Anche io inizialmente nutrivo dubbi sul fatto che il master fosse in modalità on line perché avevo paura di non riuscire a percepire la classe e l’impegno come tali; al contrario, questo aspetto si è rivelato vincente perché mi ha permesso di studiare e seguire le classi secondo le mie esigenze familiari e lavorative. Ho seguito il corso biennale part time e i ritmi sono comunque serrati. Bisogna stare al passo con il ritmo imposto dai docenti e dalle consegne o si rischia di non trarne il massimo vantaggio. Il corso mi ha permesso di apprendere una metodologia e un approccio scientifico alla traduzione senza i quali non potrei consegnare lavori di qualità. Il rapporto stabilito con i tutor e con i colleghi del master continua anche adesso, dopo il termine del corso ed è molto utile per portare avanti questo lavoro.
Uno degli aspetti fondamentali che è emerso durante il corso, è stato la conoscenza della lingua madre. Normalmente ci si sofferma poco su questo aspetto, invece importantissimo. Molte delle “bacchettate” ricevute sono state proprio sulla resa in italiano, piuttosto che su errori di comprensione del testo di partenza. Adesso io ho una consapevolezza maggiore della mia lingua e curo molto la resa in italiano per massimo rispetto del destinatario.
Fondamentale resta, comunque, l'approfondimento personale degli argomenti. Secondo me, oltre che conoscere bene la lingua, sarebbe ideale possedere una conoscenza/laurea in materie diverse, ad esempio, medicina, biologia, ingegneria, etc. perché ciò permette di affiancare l'aspetto teorico della traduzione a quello pratico della resa "reale" dei contenuti.
Per rispondere alle domande poste:
- le lezioni in presenza, nel nostro caso, si sono svolte a Pisa e una volta a Bruxelles e non erano obbligatorie (ma sono molto utili sia a livello teorico che per familiarizzare con i colleghi e i docenti)
- il livello di lingua era elevato (siamo tutti laureati o titoli equivalenti se si sono conseguiti all’estero)
- nel nostro caso abbiamo inoltrato i documenti attestanti la laurea/titolo di studio in nostro possesso e una autocertificazione in merito al livello della lingua. Su questo punto però credo debbano rispondere i docenti del master, perché potrebbero essere cambiate le cose
- non era previsto test di ingresso
- alla fine del master, dopo aver inserito il titolo di master nel cv e su Proz, le richieste di lavoro sono aumentate sensibilmente
- l’impegno è notevole; noi ci siamo dedicati a questo master anima e corpo, ma da molta soddisfazione perché se ne raccolgono i frutti; il fatto di avere tutti i lavori corretti personalmente di volta in volta, permette di capire a fondo i propri errori, le proprie difficoltà e correggere il tiro.

Io lo consiglio, per me è stata una bellissima esperienza. In bocca al lupo!
Flavia
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Vincenzo Di Maso
Vincenzo Di Maso  Identity Verified
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giustissimo Sep 10, 2010

Ivan Patti wrote:

Lionel_M wrote:

Capisco benissimo il tuo intervento e condivido in pieno la mancanza di formazione "linguistica" del medico.
Tuttavia, lavorando da 25 anni nel settore, ti posso dire che 90% delle agenzie ti chiedono credenziali in materie scientifiche e non linguistiche. Se poi le hai pure...tanto di capello.
Personalmente ritengo che un laureato in lingue può fare tutti i master del mondo, non recupererà mai 5-8 anni di formazione scientifica che serve per tradurre un "clincial trial". Ma non sono io a doverlo dire: ribadisco che basta vedere i risultati.
Comunque, questo è una lunga storia e preferisco non andare oltre perchè so bene che da molto fastidio.



Scusami Lionel, ma non sono d'accordo. Secondo questo assioma, il sottoscritto dovrebbe già essersi dato all'ippica da molto tempo... Nessuna agenzia né altra tipologia di cliente ha mai ritenuto il mio profilo professionale inadeguato a compiere traduzioni mediche e farmaceutiche, fra cui un numero ormai imprecisato di studi clinici e altra documentazione non proprio "generica" di cui i clienti finali sono sempre stati oltremodo soddisfatti. Tanto per restare in tema di "basta vedere i risultati", non credo proprio che avrei potuto continuare a tradurre in questi campi, consolidare la mia base di clienti e attirarne di nuovi se non avessi dimostrato di possedere una solida base linguistica, conoscenza della materia (abbinata alla necessaria capacità di compiere ricerche e assimilarle nella capoccia grazie alla biblioteca di testi medico-scientifici in cui ho investito e investo parte dei miei guadagni) e non da ultimo l'interesse per discipline di settore che mi ha da sempre accompagnato nonostante la mia formazione umanistica, e che mi ha permesso di frequentare e superare con successo un master molto simile a quello di cui si sta parlando in questo thread.

Francamente parlando, inizio ad essere un po' seccato di sentire e leggere affermazioni tipo "se non sei laureato in medicina non devi avvicinarti alla traduzione medica" o "se non hai studiato alla SSLMIT tale o tal'altra non sei degno di dirti traduttore né interprete". Trovo che l'intervento della collega Isabella Blum che Laura - che ringrazio per la gentilezza - ci ha fatto pervenire sia esauriente, ben argomentato e davvero privo di pregiudizi.

Ho rispetto di chi come te e molti altri ha una laurea scientifica e traduce, ma per una questione di dignità professionale, etica nonché umana esigo e pretendo di essere trattato da voi con il medesimo rispetto, anche se ho "solo" fatto un liceo linguistico, 2 anni di lingue che ho lasciato per iniziare e terminare la SSIT e ho seguito un master in traduzione medico-farmaceutica subito dopo, e per inciso mentre già lavoravo come traduttore freelance.

Ivan



[Edited at 2010-09-10 13:19 GMT]
Quoto e sottoscrivo. Il discorso è che un traduttore con una laurea in medicina o materie scientifiche parte avvantaggiato, ma ciò non toglie che un collega con una formazione linguistica possa ottenere allo stesso modo ottimi risultati.
E'palese che noi, in quanto esseri umani, possiamo sempre imparare e non finiremo mai di imparare. Il percorso per traduttori come me ed Ivan in un campo tanto bello quanto specialistico come quello medico è stato e sarà arduo, ma non per questo può essere definito insormontabile. L'aggiornamento continuo è fondamentale.
Si parte da punti diversi, ma si può fornire allo stesso modo un lavoro a regola d'arte.
Ad esempio, ieri una ragazza con formazione giuridica mi ha chiesto consigli per avvicinarsi alla traduzione e diventare traduttrice giuridica. Le ho consigliato di specializzarsi nel campo linguisitico, in primis nella lingua source dalla quale vuole tradurre. E' indubbio che sarà avvantaggiata nella terminologia traduttiva nel testo target. Ma questo avverrà solo quando avrà appreso le tecniche traduttive e padroneggerà la lingua straniera.
Parimenti, in quanto traduttore giuridico e/o medico, il mio impegno deve essere proteso ad approfondimenti ed aggiornamenti nel settore in cui devo tradurre.
Per concludere: la formazione delle due tipologie di traduttori è diametralmente opposta, ma i risultati possono essere gli stessi.


 
Fran Cesca
Fran Cesca
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Anche io Sep 11, 2010

Vincenzo Di Maso wrote:

Ivan Patti wrote:


Francamente parlando, inizio ad essere un po' seccato di sentire e leggere affermazioni tipo "se non sei laureato in medicina non devi avvicinarti alla traduzione medica" o "se non hai studiato alla SSLMIT tale o tal'altra non sei degno di dirti traduttore né interprete". Trovo che l'intervento della collega Isabella Blum che Laura - che ringrazio per la gentilezza - ci ha fatto pervenire sia esauriente, ben argomentato e davvero privo di pregiudizi.

Ho rispetto di chi come te e molti altri ha una laurea scientifica e traduce, ma per una questione di dignità professionale, etica nonché umana esigo e pretendo di essere trattato da voi con il medesimo rispetto, anche se ho "solo" fatto un liceo linguistico, 2 anni di lingue che ho lasciato per iniziare e terminare la SSIT e ho seguito un master in traduzione medico-farmaceutica subito dopo, e per inciso mentre già lavoravo come traduttore freelance.

Ivan



[Edited at 2010-09-10 13:19 GMT]
Quoto e sottoscrivo. Il discorso è che un traduttore con una laurea in medicina o materie scientifiche parte avvantaggiato, ma ciò non toglie che un collega con una formazione linguistica possa ottenere allo stesso modo ottimi risultati.
E'palese che noi, in quanto esseri umani, possiamo sempre imparare e non finiremo mai di imparare. Il percorso per traduttori come me ed Ivan in un campo tanto bello quanto specialistico come quello medico è stato e sarà arduo, ma non per questo può essere definito insormontabile. L'aggiornamento continuo è fondamentale.
Si parte da punti diversi, ma si può fornire allo stesso modo un lavoro a regola d'arte.
Ad esempio, ieri una ragazza con formazione giuridica mi ha chiesto consigli per avvicinarsi alla traduzione e diventare traduttrice giuridica. Le ho consigliato di specializzarsi nel campo linguisitico, in primis nella lingua source dalla quale vuole tradurre. E' indubbio che sarà avvantaggiata nella terminologia traduttiva nel testo target. Ma questo avverrà solo quando avrà appreso le tecniche traduttive e padroneggerà la lingua straniera.
Parimenti, in quanto traduttore giuridico e/o medico, il mio impegno deve essere proteso ad approfondimenti ed aggiornamenti nel settore in cui devo tradurre.
Per concludere: la formazione delle due tipologie di traduttori è diametralmente opposta, ma i risultati possono essere gli stessi.


Liceo linguistico, laureata in Lingue v.o. (orrore!!!!! laurearsi quando ancora c'era il v.o.!!), dal 1999 lavoro con il medico come principale specializzazione, come ci son riuscita? Non smettendo un attimo di studiare, leggere, aggiornarmi, confrontarmi con medici e di fare esercizio...


Posso assicurare che avere una laurea in lingue (soprattutto del vecchio ordinamento) non garantisce affatto la capacità di saper tradurre: conoscere bene l’inglese non è sufficiente, è fondamentale conoscere l’italiano, oltre che apprendere le tecniche e il metodo, e questa non è cosa scontata.


Posso assicurare che una laurea c/o una SSML, n.o., non garantisce affatto la capacità di saper tradurre e di essere pronti al mondo del lavoro e le attività 'parallele' che svolgo nel settore non medico me lo confermano ogni giorno di più - peccato che l'assioma vale per qualsiasi professione...

Non esistono geni innati, comunque tocca studiare...

Amen!


 
monycar
monycar
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Grazie Sep 12, 2010

Grazie a tutti per le risposte, sia agli ex corsisti che agli insegnanti, mi siete stati molto utili!
Un saluto a tutti
Monica


 
Daniela Rita Mazzella
Daniela Rita Mazzella  Identity Verified
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Qualche info sulla prossima edizione Oct 25, 2010

Salve a tutti,

dopo aver già aperto un nuovo argomento in cui chiedevo informazioni su questo master e dopo che Daniela Zambrini mi ha segnalato la presenza di un altro thread in archivio sull'argomento, approfitto ora di questa lunga discussione iniziata un paio di anni fa, per chiedere qualche informazione sulla nuova edizione del master.
Da quello che ho letto sulle considerazioni generali, mi pare di capire che valga davvero la pena seguirlo e nonostante la cifra, consi
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Salve a tutti,

dopo aver già aperto un nuovo argomento in cui chiedevo informazioni su questo master e dopo che Daniela Zambrini mi ha segnalato la presenza di un altro thread in archivio sull'argomento, approfitto ora di questa lunga discussione iniziata un paio di anni fa, per chiedere qualche informazione sulla nuova edizione del master.
Da quello che ho letto sulle considerazioni generali, mi pare di capire che valga davvero la pena seguirlo e nonostante la cifra, considero la cosa davvero molto allettante. Prima però di buttarmi in questa avventura (sempre ammesso che riesca a superare il test d'ingresso) vorrei valutare alcuni aspetti concreti. Per questo (visto che sulle edzioni passate del corso hanno risposto in maniera più che esaustiva i vechi corsisti) mi rivolgo per lo più a chi sta valutando di iscriversi quest'anno (e magari ha già raccolto qualche informazione in più) o a qualche docente che partecipa al forum (ho visto che Laura Gentili ha sempre partecipato alle discussioni relative al corso).

Mi interessava sapere soprattutto:

1. Che impegno comporta il master come ore al giorno/giorni della settimana? Ci sono delle lezioni da seguire online a degli orari stabiliti o ci si può gestire il carico delle lezioni da soli?

2. Dove e in che modalità si svolge lo stage di un mese?

3. Le tre settimane di presenza a Pisa (o comunque dove si faranno le lezioni in presenza) sono obbligatorie? E i giorni a Bruxelles?

4. Iscrivendosi alla formula per la sola parte on-line, si ha diritto comunque alle correzioni delle esercitazioni (si è esclusi solo dallo stage e dalla prova finale)?

Grazie a chiunque sappia aggiungere qualche tassello a questa interessante proposta formativa.

Buon lavoro

Daniela
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Laura Gentili
Laura Gentili  Identity Verified
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Info Oct 25, 2010

Daniela Rita Mazzella wrote:

1. Che impegno comporta il master come ore al giorno/giorni della settimana? Ci sono delle lezioni da seguire online a degli orari stabiliti o ci si può gestire il carico delle lezioni da soli?

2. Dove e in che modalità si svolge lo stage di un mese?

3. Le tre settimane di presenza a Pisa (o comunque dove si faranno le lezioni in presenza) sono obbligatorie? E i giorni a Bruxelles?

4. Iscrivendosi alla formula per la sola parte on-line, si ha diritto comunque alle correzioni delle esercitazioni (si è esclusi solo dallo stage e dalla prova finale)?



Ciao Daniela
provo a rispondere alle tue domande.
1. L'impegno richiesto varia molto da persona a persona. Ci sono persone che lavorano e che riescono a seguire il master con ottimi risultati, persone che arrancano ecc. Sicuramnte un impegno minimo di 10 ore alla settimana, a volte di più.
1b. Non vi sono orari prestabiliti per le lezioni, ognuno segue nei giorni e negli orari che preferisce.
2. Lo stage si può svolgere in presenza (per es. a Bruxelles, Milano, Piacenza, Lucca ecc., per citare alcuni esempi degli stage in corso) o a distanza. In quest'ultimo caso lo stage è una simulazione dell'attività volta dal traduttore free-lance. Quasi tutti i corsisti hanno scelto questa seconda modalità.
3. La frequenza delle settimane in presenza a Pisa e a Bruxelles è raccomandata ma non obbligatoria. In base alla nostra esperienza è indispensabile incontrarsi ogni tanto con docenti, colleghi ecc. E' molto stimolante e proficuo. Ma vi sono persone residenti all'estero che non possono frequentare e quindi non partecipano.
4. Non esiste una modalità solo online. Esistono due sole modalità: corsista del master e corsista uditore. Gli uditori frequentano solo la Fase 1 e la Fase 2, non fanno né stage né tesi e ricevono un attestato anziché il titolo di master. Tutti ricevono correzioni capillari delle traduzioni.


 
monycar
monycar
English to Italian
Docenti Oct 27, 2010

Ciao a tutti,
vorrei chiedervi se qualcuno sa se è possibie conoscere i nome dei docenti del master dei diversi domini di traduzione (in particolare economia e diritto).

Grazie a tutti!

Monica


 
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